UN INCONTRO SUL "METODO DI DON BOSCO"
- di Giuseppe Chirico -
“ Due sono i sistemi usati in ogni tempo nella educazione della gioventù: preventivo e repressivo”. Comincia così un opuscolo di 7 paginette che S.Giovanni Bosco scrisse sul modo di educare i giovani, in base alla sua esperienza. Il sistema repressivo è tutto basato sui comandi e sulle punizioni. Il sistema preventivo cerca di prevenire il male con la presenza serena dell’educatore. Don Bosco ha scelto e ha proposto il metodo preventivo.
Su questo argomento, nella serata di martedì 26 gennaio 2010 si è tenuto un interessante incontro formativo nel salone della basilica di S.Maria della Vittoria. Il salone era pieno di genitori e di ragazzi, che hanno seguito con molta attenzione. Al posto di onore c’era una bella immagine di S.Giovanni Bosco, la cui festa ricorre proprio alla fine di gennaio. Dopo l’introduzione di don Fabio, ha svolto l’argomento della serata il maestro Raffaele Panunzio, che ha parlato con grande convinzione ed entusiasmo. Bisogna sapere,infatti, che il m° Panunzio, oltre ad essere esperto nel campo della musica, è anche un grande devoto di S.Giovanni Bosco, perché, avendo studiato con i Salesiani, si è formato sotto le ali di Don Bosco. Per questo nella sua conversazione ha saputo trasmettere ai numerosi presenti la sua ammirazione per il Santo, facendo trasparire anche la sua grande preparazione sull’argomento.
“Questo sistema preventivo si appoggia tutto sopra la ragione, la religione e sopra l’amorevolezza”. Il segreto di Don Bosco, ci ha detto il m° Panunzio, è tutto in queste tre parole. AMOREVOLEZZA vuol dire affetto e confidenza con i ragazzi, amare ciò che essi amano affinchè loro imparino ad amare ciò che piace a noi, trascorrere con loro del tempo anche nello svago e nel gioco ecc. “Chi sa di essere amato, ama; e chi è amato, ottiene tutto dai giovani”. RAGIONE significa comportarsi con i ragazzi in modo ragionevole, non agire per impulso o in modo sconsiderato; significa anche farli ragionare sulle cose , parlare molto con loro, farli parlare… spegnendo la televisione, almeno a tavola….RELIGIONE, è la base di tutto: vuol dire pregare con i ragazzi, proporre loro dei pensieri di fede, come faceva mamma Margherita con il piccolo Giovannino Bosco, insegnare a pregare, aiutarli a vivere in grazia di Dio, invitarli con delicatezza a ricevere i Sacramenti.
Sviluppando questi tre punti il m° Panunzio ha raccontato alcuni sogni e altri fatti della vita di S.Giovanni Bosco, come quando chiese e ottenne di portare ad una passeggiata tra campi e boschi i ragazzi del carcere minorile di Torino, senza che ci fossero guardie e senza che nessuno fuggisse via oppure quando due ragazzi litigavano su chi di loro fosse il preferito di Don Bosco e lui mostrò loro il pollice e l’indice della sua mano destra e poi chiese a quale dei due, secondo loro, lui voleva più bene… Anche grazie al racconto di questi e altri episodi l’intera conversazione è stata seguita con grande attenzione sia dai grandi sia dai piccoli.
Il dialogo finale con i presenti si è fermato sulla questione delle punizioni nel metodo educativo. Il m° Panunzio ha precisato che Don Bosco escludeva del tutto i castighi violenti e le punizioni corporali. Egli suggeriva, invece, quando è proprio necessario per correggere, di sottrarre per un po’ ai ragazzi i segni esterni di benevolenza, e diceva: presso ai giovanetti è castigo quello che si fa servire per castigo. Si è osservato che uno sguardo non amorevole sopra taluni produce maggiore effetto che non farebbe uno schiaffo. Si è poi accennato alla necessità di seguire i ragazzi nella loro “navigazione” su internet . In conclusione è stato un incontro molto interessante e molto utile, sapendo che nel campo dell’educazione c’è sempre tanto da imparare.