Il magistero di Benedetto XVI
Maria, porto nelle tempeste
Il mese di dicembre inizia con la festa dell’Immacolata. Tutto l’Avvento è un tempo mariano. Per questo pubblichiamo su questa pagina un bel testo del Papa su Maria, il suo intervento all’Angelus, al termine della celebrazione del 15 giugno scorso sulla banchina di S. Apollinare al porto di Brindisi.

Prima di concludere la Celebrazione, esprimo la mia riconoscenza a quanti l’hanno preparata con tanta cura e animata con la musica e il canto. Ringrazio coloro che hanno organizzato questo mio viaggio e stanno offrendo il loro contributo, perché si svolga nel migliore dei modi: penso alle diverse Autorità locali, alle Forze dell’ordine, ai volontari e a voi, cari abitanti di Brindisi. Tutti vi invito, come ogni domenica, ad unirvi a me nella preghiera dell’Angelus.

Il luogo in cui ci troviamo – il porto – è carico di un pregnante significato simbolico. Ogni porto parla di accoglienza, di riparo, di sicurezza; parla di un approdo sospirato dopo la navigazione, magari lunga e difficile. Ma parla anche di partenze, di progetti e aspirazioni, di futuro. In particolare, il porto di Brindisi riveste un ruolo di primo piano per le comunicazioni verso il Mare Mediterraneo e verso l’Oriente, e per questo ospita anche una base delle Nazioni Unite, che svolge una funzione importante sotto il profilo umanitario.

Da questo luogo così suggestivo, non lontano dal paese indicato come il “buon giorno” d’Italia (Calimera), desidero pertanto rinnovare il messaggio cristiano di cooperazione e di pace fra tutti i popoli, specialmente tra quelli che fanno corona a questo mare, antica culla di civiltà, e quelli del Vicino e Medio Oriente. E mi piace farlo con le parole che ho usato due mesi fa a New York, rivolgendomi all’Assemblea generale delle Nazioni Unite: “L’azione della comunità internazionale e delle sue istituzioni, supposto il rispetto dei principi che sono alla base dell’ordine internazionale, non deve mai essere interpretata come un’imposizione indesiderata e una limitazione di sovranità. Al contrario, è l’indifferenza o la mancanza di intervento che recano danno reale. Ciò di cui vi è bisogno è una ricerca più profonda di modi di prevenire e controllare i conflitti, esplorando ogni possibile via diplomatica e prestando attenzione ed incoraggiamento anche ai più flebili segni di dialogo o di desiderio di riconciliazione” (L’Osservatore Romano, 20.04.08, p. 8).

Da questo lembo d’Europa proteso nel Mediterraneo, tra Oriente e Occidente, ci rivolgiamo ancora una volta a Maria, Madre che ci “indica la via” – Odegitria –, donandoci Gesù, Via della pace. La invochiamo idealmente con tutti i titoli coi quali è venerata nei Santuari della Puglia, ed in particolare qui, da questo antico porto, la preghiamo quale “porto di salvezza” per ogni uomo e per l’intera umanità. La sua materna protezione difenda sempre questa vostra Città e Regione, l’Italia, l’Europa e il mondo intero dalle tempeste che minacciano la fede e i veri valori; permetta alle giovani generazioni di prendere il largo senza paura per affrontare con cristiana speranza il viaggio della vita. Maria, Porto di salvezza, prega per noi!

 
BENEDETTO XVI
 


Maria, Madre che ci "indica la via"
Ciò che mi ha colpito di più nel discorso del Papa è il passo in cui parla della “ricerca … di modi di prevenire e controllare i conflitti” nell’azione della Comunità Internazionale. Spesso nei grandi consessi internazionali sono proprio la diversa volontà o gli interessi che rappresenta chi è chiamato a fare le grandi scelte a minare la pace e la cooperazione tra i popoli. “Esplorare le vie diplomatiche” vuol dire chiedere ma anche fare delle concessioni, cercare un compromesso. Ma è proprio il compromesso - e lo sperimentiamo nella vita d’ogni giorno - che a sua volta a tutti i livelli ed in tanti modi diversi, nelle tante culture dominanti oggi in varie parti del mondo diventa sinonimo di sconfitta, di un inaccettabile cedimento all’altro che per una serie infinita di motivi non lo merita. Quello che spesso ne consegue purtroppo è sotto gli occhi di tutti.
La mia preghiera a Maria, Madre che ci “indica la via”, è che Lei sappia infondere nell’animo di tutti, e soprattutto di chi ha la responsabilità di decisioni importanti, la forza di superare i propri interessi cercando sempre l’obiettivo più importante, il bene delle persone sulle quali si concretizzeranno gli effetti di quelle decisioni, quando il concitato tempo delle scelte avrà lasciato nuovamente il posto alla vita di tutti i giorni.

Andrea Elefante
Data: 01/12/2008
Fonte: vatican.va
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